tag:blogger.com,1999:blog-48689676785375802312024-03-05T07:23:04.574-08:00La gioia cattolicasiate lieti nel SignoreLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comBlogger35125tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-27141084021359738432012-11-19T06:30:00.000-08:002012-11-19T06:30:05.392-08:00Crocifisso<br />
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgplg9ohudbcc7zIOSJ5VTc4zsgC-vRq5BcL_dvOXwXZCm6SEUlHUKhugEEJmEV0PvBXPhVBFuwjxKlJQ9bBvP-HdG2Vo8Jsx38DSRoI2tJWJ8VPOgUTH69WnjCM-zATEpKqpjLPj6M5EA/s1600/gesu_crocifisso.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgplg9ohudbcc7zIOSJ5VTc4zsgC-vRq5BcL_dvOXwXZCm6SEUlHUKhugEEJmEV0PvBXPhVBFuwjxKlJQ9bBvP-HdG2Vo8Jsx38DSRoI2tJWJ8VPOgUTH69WnjCM-zATEpKqpjLPj6M5EA/s200/gesu_crocifisso.jpg" width="150" /></a>"Che gran libro è il Crocifisso! E' maestro di tutte le virtù...Il Crocifisso è il libro più sapiente che tu possa leggere. Se tu conoscessi tutti gli altri libri, ma non conoscessi questo, rimarresti nell'ignoranza.</div>
<div style="margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px;">
<span style="font-size: 14px;">( Padre Francesco Bersini)</span></div>
La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-40758656545353272122010-10-21T05:41:00.000-07:002010-10-21T05:42:49.476-07:00LA VERA DEVOZIONEMia cara Filotea, tu vorresti giungere alla devozione perchè sai bene, come cristiano, quando questa virtù sia accetta a Dio; ma, siccome i piccoli errori commessi all'inizio di qualsiasi impresa, ingigantiscono con il tempo e risultano, alla fine, irreparabili o quasi, è necessario, prima di tutto, che tu sappia che cos'è la virtù della devozione.<br />Di vera ce n'è una sola, ma di false e vane ce ne sono tante; e se non distingui la vera, sbagli e perdi tempo correndo dietro a qualche devozione assurda e superstiziosa.<br /><br />Chi si consacra al digiuno, penserà di essere devoto perchè non mangia, mentre ha il cuore pieno di rancore; e mentre non bagna la lingua nel vino e neppure nell'acqua, per amore della sobrietà, non avrà alcun scrupolo nel tuffarla nel sangue del prossimo con la maldicenza e la calunnia.<br />Un altro penserà di essere devoto perchè recita tutto il giorno una serie interminabile di preghiere, mentre non darà peso alle parole cattive, arroganti e ingiuriose rivolte durante la giornata a domestici e vicini. Qualche altro farà l'elemosina ai poveri, ma non riuscirà a perdonare i nemici; ci sarà poi chi perdonerà i nemici, ma per pagare i debiti ci vorrà il tribunale.<br />Tutta questa brava gente, è considerata devota, ma non lo è per niente.<br /><br />La vera e viva devozione,Filotea, vuole prima di tutto, l'amore di Dio; non è altro che un vero amore di Dio; non un amore genericamente inteso.<br />Infatti, l'amore di Dio si chiama grazia perchè abbellisce l'anima e ci rende accetti alla divina Maestà; si chiama carità, perchè ci dà la forza di agire bene; ci spinge ad operare con cura, spesso e con prontezza:ecco la devozione.<br /><br />In breve, la devozione è una sorta di agilità e vivacità spirituale per mezzo della quale la carità agisce in noi o, se vogliamo, noi agiamo per mezzo suo, con prontezza e affetto. E' compito della carità farci praticare i Comandamenti di Dio senza eccezioni e nella loro totalità; la devozione vi aggiunge la prontezza e la diligenza.<br />Poiché la devozione è carità eccellente, non soltanto ci rende pronti, attivi e diligenti nell'osservare i Comandamenti di Dio, ma ci spinge a fare con prontezza e affetto le buone opere possibili, anche se non cadono sotto il precetto, ma sono soltanto consigliate o indicate.<br /><br />Tratto da: FILOTEA di san Francesco di SalesLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-23526308832762001312010-10-20T05:49:00.000-07:002010-10-20T05:50:48.147-07:00Come lo svegliarsi da un sogno«Quid prodest homini, si mundum universum lucretur, animæ vero suæ detrimentum patiatur?» (Mt 16,26). O massima grande, che ha inviato tante anime in Cielo, e ha dato tanti Santi alla Chiesa! A che cosa serve guadagnarsi tutto il mondo che finisce e poi perdere l’anima che è eterna?<br />Mondo! E che cosa è questo mondo, se non un’apparenza, una scena di commedia, che presto passa? «Præterit figura huius mundi» (1Cor 7,31).<br />Viene la morte, si cala il panno, si chiude la scena, ed ecco è finita ogni cosa. Ahimé in punto di morte, al lume di quella candela, come compariranno ad un cristiano le cose del mondo? Quei vasi d’argento, quel denaro accumulato, quei mobili ricchi e vani, quando tutto deve lasciare?<br /><br />Gesù mio, fate che l’anima mia da oggi in poi sia tutta vostra: fate che io non ami altri che voi. Voglio staccarmi da tutto, prima che me ne stacchi a forza la morte. Dice santa Teresa: «Non si deve tener conto di ciò che finisce». Procuriamoci dunque quella fortuna che non finisce col tempo.<br /><br />A che cosa serve l’esser felice per pochi giorni (se mai potesse dirsi vera felicità, senza Dio), a chi poi dovesse essere infelice per sempre? Dice Davide che tutti i beni terreni in morte sembreranno come un sogno di chi si sveglia: «Velut somnium surgentium» (Sal 72,20). Che pena sente chi ha sognato d’esser fatto re e poi svegliandosi si ritrova povero qual era?<br /><br />Mio Dio, chi sa se questa meditazione che leggo, è l’ultima chiamata per me? Datemi forza di togliere dal mio cuore tutti gli affetti di terra, prima che da questa terra io parta. E fatemi conoscere il gran torto che vi ho fatto nell’offendervi e nel lasciar voi per amor delle creature. «Pater non sum dignus vocari filius tuus» (Lc 15,21). Mi pento d’avervi voltato le spalle, non mi cacciate via ora che ritorno a voi.In punto di morte non consolano un cristiano gli offici decorosi esercitati, non le pompe, non le ricchezze, non i divertimenti presi, non i puntigli superati; lo consoleranno solo l’amore portato a Gesù Cristo e quel poco che ha patito per suo amore.<br /><br />Filippo II morì dicendo: «Oh! Fossi stato laico d’una religione, e non già re!». Filippo III morendo diceva: «Oh! Fossi vissuto in un deserto, perché ora comparirei con più confidenza al tribunale di Dio!». Così parlano in morte quelli che sono stimati i più fortunati della terra. Insomma tutti gli acquisti delle cose terrene nell’ora della morte terminano con rimorsi di coscienza e terrori della dannazione eterna. “Oh Dio – dirà quella persona –, io ho avuto tanta luce per distaccarmi dal mondo, ma con tutto ciò ho seguito il mondo e le massime del mondo: ed ora quale sarà la sentenza che mi sarà data!”. Dirà: “Oh pazzo che sono stato! Potevo farmi santo con tanti mezzi e comodità che ho avuto! Potevo fare una vita felice unita con Dio: ed ora cosa mi trovo della vita fatta?”. Ma ciò quando lo dirà? Quando sta già per chiudersi la scena, per entrar nell’eternità, vicino a quel gran momento, da cui dipende l’esser beato o disperato per sempre.<br /><br />Signore, abbiate pietà di me. Per il passato non vi ho saputo amare. Da oggi in poi voi sarete l’unico mio bene: «Deus meus et omnia!». Voi solo meritate tutto il mio amore, voi solo voglio amare. Oh, grandi del mondo, ora che state nell’inferno, cosa vi trovate delle ricchezze e dei vostri onori? Rispondono piangendo: “Niente, niente; altro non troviamo che tormenti e disperazione. Tutto è passato, ma la nostra pena non finirà mai”. [...]. In punto di morte è il tempo della verità: allora si riconoscono le cose di questa terra tutte per vanità, fumo, cenere, quali sono. O mio Dio, quante volte vi ho abbandonato per niente! Non avrei ardire di sperar perdono, se non sapessi che voi siete morto per perdonarmi. Ora vi amo sopra ogni cosa e stimo la vostra grazia più di tutti i regni del mondo.La morte si chiama ladro: «Dies illa tanquam fur» (1Ts 5,4). Perché ella ci spoglia di tutto: di cose, di bellezza, di dignità, di parenti, anche della nostra pelle. Il giorno della morte si chiama ancora il giorno delle perdite: «Dies perditionis» (Dt 32,35). Allora abbiamo da perdere tutti gli acquisti fatti e tutte le speranze di questo mondo.<br /><br />Gesù mio, non mi preoccupo di perdere i beni della terra; basta che non perda voi, bene infinito<br /><br />Scritto da Sant' Alfonso M. de Liguori<br />Brano tratto dal Settimanale di P. PioLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-50857785761845806782010-10-19T05:38:00.000-07:002010-10-19T05:45:03.922-07:00Amare, pregare, seguire<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhDCLiSQVQfvl-xMZNLJheIy0cqn-tLVwdtZxHa5fmq4IQAI_g4fcROmfSvKfh-T1cD4Eabjb3jO4icuZijfpBgtSS3bqBMLVt4UtIm76t-xsydbREMZFZk0uyC8gyyYKXJ2r0PRgfR4c/s1600/sacratissimi_cuori.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5529736997541316482" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 168px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhDCLiSQVQfvl-xMZNLJheIy0cqn-tLVwdtZxHa5fmq4IQAI_g4fcROmfSvKfh-T1cD4Eabjb3jO4icuZijfpBgtSS3bqBMLVt4UtIm76t-xsydbREMZFZk0uyC8gyyYKXJ2r0PRgfR4c/s200/sacratissimi_cuori.jpg" border="0" /></a><br /><div><em><strong><span style="color:#000000;">Amare il Signore</span></strong> <span style="color:#000000;">non significa ardere di sentimento con il fuoco del momento, ma abbandono completo a Dio manifestando "l'obbedienza della fede" e prestando "il pieno ossequio dell'intelletto e della volontà". Ce lo insegna con la sua stessa vita Maria.</span></em><br /><em><span style="color:#000000;"></span></em><br /><em><span style="color:#000000;"><strong>Pregare il Signore</strong> non significa dare a Dio l'indicazione di cosa deve fare, ma rimettergli un problema perché lo risolva secondo la sua volontà. Ce lo insegna con la sua stessa vita Maria.</span></em><br /><em><span style="color:#000000;"></span></em><br /><em><span style="color:#000000;"><strong>Seguire il Signore</strong> non significa ricordarlo e interpellarlo solo e quando ne abbiamo bisogno, ma significa rispondere con tutto il proprio " io" umano, maschile/femminile e risceglierlo giorno dopo giorno. Ce lo insegna con la sua stessa vita Maria.</span></em><br /><em></em><br /><em></em><br /><em>Tratto dal catalogo dell'editrice SHALOM</em></div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-88230457833525064032010-10-18T03:31:00.000-07:002010-10-18T03:48:11.026-07:00Come si fà il segno di Croce?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1Yd7tID-nXDAZTpRuCe27q-kcErGCXmOky2fg99DXJbw1myzlD3KEaIo02_TIbcE1OHlE-BMKVbUSg4TXnHkWV7C34365rTcW3Cz1BUEPOcVf2PuZaj4qU5KAQpFn2TnkQ3pEC-2Hfcg/s1600/gesu_crocifisso.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5529332538114427410" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1Yd7tID-nXDAZTpRuCe27q-kcErGCXmOky2fg99DXJbw1myzlD3KEaIo02_TIbcE1OHlE-BMKVbUSg4TXnHkWV7C34365rTcW3Cz1BUEPOcVf2PuZaj4qU5KAQpFn2TnkQ3pEC-2Hfcg/s200/gesu_crocifisso.jpg" border="0" /></a><br /><div>In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti.<br /><br />Cristo salva l'uomo mediante la Croce. Ne salva l'anima ed il corpo conquistandoli al male. L'uomo, che segna il proprio corpo con la Croce in riferimento alla Passione di Cristo, offre a Dio la propria vita (anche fisica).<br />Il Segno della Croce non si definisce, non si interpreta, non si studia, men che meno si discute. E' personale, ad esso non si aderisce, nè serve manifestar consenso. O si fa, o non si fa. E se si fa Satana non ha scampo. Cristo ha campo libero vince e ci salva.<br /><br />Se puoi, presenta bene il tuo corpo, tieni eretto il busto, poni in vita la mano sinistra, manifestando attenzione e rispetto. Prepara la mano destra sulla sinistra tendendola bene ed allineando le dita. Porta la mano destra sulla fronte, poggiandovi al centro il dito medio, e nomina il Padre.<br />Stacca la mano destra dalla fronte e con essa, segna verticalmente il tuo corpo, attraverso il cuore, fino alla mano sinistra che hai in vita. Lì fermati e nomina il Figlio.<br />Mantieni ferma la mano sinistra, porta la destra sulla testa dell'omero sinistro, nomina lo Spirito Santo mentri segni orizzontalemente, sempre con la destra, il tuo corpo, attraverso il cuore, fino alla testa dell'omero destro.<br />Riporta la mano destra in vita sulla sinistra e proferisci la parola Amen.<br /><br />Tratto dal sito ALMA PREX</div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-27509222243997451732009-11-27T05:59:00.000-08:002009-11-27T06:11:04.646-08:00Il nuovo blogCari amici, voglio farvi sapere che ho aperto un nuovo blog.<br />Nel nuovo blog si parlerà di spiritualità traendo i post dai vari scritti dei santi.<br />L'indirizzo del nuovo blog è: <br />ilpiccologregge.blogspot.com<br /><br />La gioia cattolicaLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-16082516353683411842009-09-23T06:06:00.000-07:002009-09-23T06:47:46.631-07:00IL VESCOVO E LA PREGHIERA<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2B4AUkFKkBStDWRF45ZT8uUl3CpLxpM2IfJ1kq_iRJosI2Q4R93gm0PuYioBz8LDqXc_zJYEw-BRwfJJQfYQkKMf8_T0ZmL9nPHuT7C3lD2LTk4LfKnojSUJSSJaup7u0i-OVNpivkIE/s1600-h/papa+Benedetto+XVI.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5384653499784845282" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 133px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2B4AUkFKkBStDWRF45ZT8uUl3CpLxpM2IfJ1kq_iRJosI2Q4R93gm0PuYioBz8LDqXc_zJYEw-BRwfJJQfYQkKMf8_T0ZmL9nPHuT7C3lD2LTk4LfKnojSUJSSJaup7u0i-OVNpivkIE/s200/papa+Benedetto+XVI.jpg" border="0" /></a> DISCORSO DEL SANTO PADRE<br /><div><div>del 21 settembre 2009</div><br /><div>Cari Fratelli nell’Episcopato!</div><br /><div>Grazie di cuore per la vostra visita, in occasione del convegno promosso per i Vescovi che da poco hanno intrapreso il loro ministero pastorale.</div><br /><div>Queste giornate di riflessione, di preghiera e di aggiornamento, sono davvero propizie per aiutarvi, cari Fratelli, a meglio familiarizzare con i compiti che siete chiamati ad assolvere come Pastori di comunità diocesane; sono anche giornate di amichevole convivenza che costituiscono una singolare esperienza di quella "collegialitas affectiva" che unisce tutti i Vescovi nell’unico corpo apostolico, insieme al Successore di Pietro, "perpetuo e visibile fondamento dell’unità" (Lumen gentium, 23).</div><br /><div>Ringrazio il Cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, per le cortesi espressioni che mi ha rivolto a nome vostro; saluto il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ed esprimo la mia riconoscenza a quanti in vari modi collaborano all’organizzazione di questo annuale incontro.</div><br /><div>Quest’anno, il vostro convegno si inserisce nel contesto dell’Anno Sacerdotale, indetto per il 150° anniversario della morte di san Giovanni Maria Vianney. Come ho scritto nella Lettera inviata per l’occasione a tutti i sacerdoti, questo anno speciale "vuole contribuire a promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi". </div><br /><div></div><div>L’imitazione di Gesù Buon Pastore è, per ogni sacerdote, la strada obbligata della propria santificazione e la condizione essenziale per esercitare responsabilmente il ministero pastorale. Se questo vale per i presbiteri, vale ancor più per noi, cari Fratelli Vescovi. Ed anzi, è importante non dimenticare che uno dei compiti essenziali del Vescovo è proprio quello di aiutare, con l’esempio e con il fraterno sostegno, i sacerdoti a seguire fedelmente la loro vocazione, e a lavorare con entusiasmo e amore nella vigna del Signore.</div><br /><div>A questo proposito, nell’Esortazione postsinodale Pastores gregis, il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II ebbe ad osservare che il gesto del sacerdote, quando pone le proprie mani nelle mani del Vescovo nel giorno dell’ordinazione presbiterale, impegna entrambi: il sacerdote e il Vescovo. Il novello presbitero sceglie di affidarsi al Vescovo e, da parte sua, il Vescovo si impegna a custodire queste mani (Cfr n.47).</div><br /><div>A ben vedere questo è un compito solenne che si configura per il Vescovo come paterna responsabilità nel custodire e promuovere l’identità sacerdotale dei presbiteri affidati alle proprie cure pastorali, un’identità che vediamo oggi purtroppo messa a dura prova dalla crescente secolarizzazione. </div><br /><div>Il Vescovo dunque – prosegue la Pastores gregis – "cercherà sempre di agire coi suoi sacerdoti come padre e fratello che li ama, li accoglie, li corregge, li conforta, ne ricerca la collaborazione e, per quanto possibile, si adopera per il loro benessere umano, spirituale, ministeriale ed economico" (Ibidem, 47).In modo speciale, il Vescovo è chiamato ad alimentare nei sacerdoti la vita spirituale, per favorire in essi l’armonia tra la preghiera e l’apostolato, guardando all’esempio di Gesù e degli Apostoli, che Egli chiamò innanzitutto perché "stessero con Lui" (Mc 3,14).</div><br /><div>Condizione indispensabile perché produca frutti di bene è infatti che il sacerdote resti unito al Signore; sta qui il segreto della fecondità del suo ministero: soltanto se incorporato a Cristo, vera Vite, porta frutto.</div><br /><div>La missione di un presbitero e, a maggior ragione, quella di un Vescovo, comporta oggi una mole di lavoro che tende ad assorbirlo continuamente e totalmente. Le difficoltà aumentano e le incombenze vanno moltiplicandosi, anche perché si è posti di fronte a realtà nuove e ad accresciute esigenze pastorali. Tuttavia, l’attenzione ai problemi di ogni giorno e le iniziative tese a condurre gli uomini sulla via di Dio non devono mai distrarci dall’unione intima e personale con Cristo.</div><br /><div>L’essere a disposizione della gente non deve diminuire o offuscare la nostra disponibilità verso il Signore. Il tempo che il sacerdote e il Vescovo consacrano a Dio nella preghiera è sempre quello meglio impiegato, perché la preghiera è l’anima dell’attività pastorale, la "linfa" che ad essa infonde forza, è il sostegno nei momenti di incertezza e di scoraggiamento e la sorgente inesauribile di fervore missionario e di amore fraterno verso tutti.</div><div></div><div> </div><div>Al centro della vita sacerdotale c’è l’Eucaristia. Nell’Esortazione Apostolica Sacramentum caritatis ho sottolineato come "la Santa Messa è formativa nel senso più profondo del termine, in quanto promuove la conformazione a Cristo e rinsalda il sacerdote nella sua vocazione" (n. 80). La celebrazione eucaristica illumini dunque tutta la vostra giornata e quella dei vostri sacerdoti, imprimendo la sua grazia e il suo influsso spirituale sui momenti tristi o gioiosi, agitati o riposanti, di azione o di contemplazione. </div><br /><div>Un modo privilegiato di prolungare nella giornata la misteriosa azione santificante dell’Eucaristia è la devota recita della Liturgia delle Ore, come pure l’adorazione eucaristica, la lectio divina e la preghiera contemplativa del Rosario. </div><br /><div>Il Santo Curato d’Ars ci insegna quanto siano preziose l’immedesimazione del sacerdote al Sacrificio eucaristico e l’educazione dei fedeli alla presenza eucaristica e alla comunione. Con la Parola e i Sacramenti – ho ricordato nella Lettera ai Sacerdoti – san Giovanni Maria Vianney ha edificato il suo popolo. Il Vicario Generale della diocesi di Belley, al momento della nomina a parroco di Ars, gli aveva detto: "Non c’è molto amore di Dio in quella parrocchia, ma voi ce lo metterete!". E quella parrocchia fu trasformata.</div><br /><div></div><div>Cari Vescovi novelli, grazie per il servizio che rendete alla Chiesa con dedizione e amore. Vi saluto con affetto e vi assicuro il mio costante sostegno unito alla preghiera perché "andiate e portiate frutto, e il vostro frutto rimanga" (Gv 15,16)</div><div>Per questo invoco l’intercessione di Maria Regina Apostolorum, ed imparto di cuore su voi, sui vostri sacerdoti e sulle vostre comunità diocesane una speciale Benedizione Apostolica.</div><br /><br /><div>© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana </div></div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-76406413512127019232009-09-22T06:07:00.000-07:002009-09-22T06:43:44.771-07:00NECESSITA' DI UN PADRE SPIRITUALE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSPJfVCRQn0R0JOQmnd-bQklNQTRvy2M9sJ8EQOtgvC0oXzmP9K2NWQu3x59_0dBl7VuxQheUjM0xVyI7BJIhQQDYgHtCfFk0irpxAB5tcae2qbXF2aRL5qemGovErz8nGb-Vfq5s3xU8/s1600-h/Maria.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5384284677384628002" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; CURSOR: hand; HEIGHT: 249px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSPJfVCRQn0R0JOQmnd-bQklNQTRvy2M9sJ8EQOtgvC0oXzmP9K2NWQu3x59_0dBl7VuxQheUjM0xVyI7BJIhQQDYgHtCfFk0irpxAB5tcae2qbXF2aRL5qemGovErz8nGb-Vfq5s3xU8/s320/Maria.jpg" border="0" /></a><br /><br /><div>Quando il giovane Tobia ricevette l'ordine di recarsi a Rage, rispose: "Non conosco la strada". Il padre gli disse allora: "Va' tranquillo e cerca una guida".</div><br /><div></div><div>Ti dico la stessa cosa, Filotea. Vuoi camminare verso la devozione con sicurezza? Trova una guida che ti accompagni; è la raccomandazione più importante.</div><br /><div></div><div>Cara Filotea, prega Iddio, con grande insistenza, che ti provveda una guida secondo il suo cuore; e poi non dubitare: ti manderà una guida capace e fedele.</div><br /><div></div><div> </div><div>Quando l'avrai trovato, non fermarti a stimarlo come uomo, e non riporre la fiducia nelle sue capacità umane, ma in Dio soltanto, che ti incoraggerà e ti parlerà tramite quell'uomo.</div><br /><div></div><div>Parla con lui a cuore aperto, in piena sincerità e schiettezza; manifestagli con chiarezza il bene e il male senza falsità e dissimulazione.</div><br /><div></div><div>"A tal fine, scegline uno tra mille".dice il devoto Avila; io ti dico, uno tra diecimila, perchè se ne trovano pochissimi capaci di tale compito. Deve essere ricco di carità, di scienza e di prudenza: se manca una di queste qualità, c'è pericolo.</div><br /><div></div><div>Chiedilo a Dio e, una volta che l'hai trovato, benedici la sua divina Maestà, fermati a quello e non cercarne altri; ma avviati, con semplicità, umiltà e confidenza; il tuo sarà un viaggio felice.</div><br /><br /><div></div><div>Tratto da: FILOTEA- Introduzione alla vita devota</div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-43864799446236159652009-09-17T05:52:00.000-07:002009-09-17T06:04:43.067-07:00PENSIERIL' Eucarestia è un nutrimento che ha un dolce sapore. Appiana le difficoltà, guarisce le nostre malattie, scaccia la tentazione, viene in aiuto ai nostri sforzi e conferma nella speranza.<br /><span style="font-size:85%;"></span><br /><span style="font-size:85%;">Baudoin De Ford</span>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-29102790482919296102009-09-17T05:38:00.001-07:002009-09-17T05:51:44.453-07:00Chiese brutte:problema educativo o "politico"?Ho letto ieri l’articolo del Giornale che riportava il giudizio espresso da Mons. Ravasi sulle chiese moderne: «Un certo cattivo gusto nelle chiese, oggi, è un dato di fatto. Per questo è indispensabile una formazione di tipo estetico a partire dai seminari e dalle parrocchie».<br /><br />Tale intervento è stato accolto favorevolmente, come segno di un’inversione di tendenza della Chiesa in campo artistico. Da parte mia, mi permetto di fare qualche considerazione.<br /><br />Non voglio parlare del passato; sarebbe del tutto inutile: il passato è passato. Concentriamoci piuttosto sul presente e sul futuro. Ebbene, mi sembra abbastanza comodo — oltreché velleitario — pensare di risolvere il problema appellandosi alla formazione. Oggi sembra che tutti i problemi si possano e si debbano risolvere sul piano educativo.<br />Per carità, sono il primo a riconoscere il ruolo basilare e insostituibile dell’educazione; ma non è vero che le responsabilità vadano sempre e solo individuate in un difetto di formazione. Perché, se cosí fosse, qualsiasi problema sarebbe esclusivamente un problema della “base”. Il che mi sembra, onestamente, un comodo alibi, con cui i “vertici” cercano di nascondere le proprie responsabilità. I problemi hanno, il piú delle volte, cause “politiche”, e attendono, per essere risolti, soluzioni “politiche”.<br /><br />Da parte mia, non ho nulla, in linea di principio, contro una “formazione estetica” nei seminari (semmai, mi chiedo come questa possa avvenire in una parrocchia...). Siccome però sono direttamente coinvolto nel lavoro di formazione, ho l’impressione che talvolta ci si attenda troppo da noi formatori: dovremmo essere in grado non solo di dare una formazione spirituale-teologica ai candidati al sacerdozio, ma prima di questa dovremmo assicurare ai seminaristi una formazione umana e culturale, e successivamente dovremmo completare la loro formazione con un addestramento pastorale e con corsi integrativi nei piú svariati settori (che vanno dall’economia alla politica, dalle scienze umane alla tecnologia, e chi piú ne ha piú ne metta: adesso aggiungiamoci anche l’arte). Sinceramente, non vi sembra un po’ troppo? Abbiamo già da sudare sette camicie, perché i candidati giungono in seminario senza alcuna formazione di base: non è piú come una volta che si entrava in seminario da bambini e tutti seguivano, nel seminario stesso, gli studi classici; oggi arrivano con studi un po’ raffazzonati, e tu devi ricominciare da capo, a partire dalle abilità linguistiche di base, spesso carenti (altro che latino e lingue bibliche e moderne...). Figuriamoci, ora dobbiamo dare loro anche una formazione estetica. Ma ci si rende conto che oggi la maggior parte dei candidati viene dal terzo mondo, dove non si ha idea di che cosa sia l’arte? Ma, in ogni caso, si può accettare la sfida, in quanto anche un pizzico di estetica fa parte di una educazione integrale.<br /><br /><br /><br />Il problema però, a mio parere, non sta qui, nella formazione dei futuri sacerdoti. Semplicemente perché non è il povero parroco che decide della costruzione di una chiesa. È vero, molto spesso la parrocchia viene eretta prima della costruzione della chiesa, per cui il parroco ha una responsabilità nella richiesta e ispirazione dei progetti. Ma poi tali progetti devono essere approvati dalla commissione o dai responsabili deputati in ogni diocesi per l’architettura sacra. Quindi il problema non è tanto quello di avere parroci con senso estetico (ovviamente, se ce l’hanno, tanto meglio); il problema è, appunto, un problema “politico”: sono gli organi diocesani competenti che devono funzionare. Se viene presentato il progetto di una chiesa-scatola, esso deve semplicemente essere cestinato. Ci vuol tanto? Allora il vero problema è, sí, un problema di formazione, ma non tanto di formazione del clero, quanto piuttosto di formazione dei tecnici, di coloro che prendono le decisioni in materia.<br /><br />Tali organi competenti dovrebbero avere delle regole ben precise, valide per tutti, e non lasciate al gusto personale di questo o quell’esperto. Per esempio, la prima regola, suggerita dal buon senso, dovrebbe essere che, quando si deve costruire una chiesa, ci si deve rivolgere a un architetto cristiano-cattolico-praticante-esperto in liturgia, non a un architetto qualsiasi, fosse pure di grido. Mi dite voi che senso ha far progettare una chiesa a un architetto ebreo o, addirittura, ateo? E poi ci meravigliamo che le chiese moderne sono fredde, senz’anima... Ma che volete che ne capisca di una chiesa un architetto non-credente? Per lui sarà unicamente una questione di luci e di volumi. Ancora una volta dunque si pone, sí, un problema di formazione, ma di formazione di artisti cristiani. Il principio dell’art pour l’art nella Chiesa non trova spazio; o l’arte sacra è espressione della fede (e non di una fede astratta, ma di una fede vissuta), o non è.<br /><br /><br />Pubblicato da Querculanus sul<br />blog senza peli sulla lingua<br /><a name="4975033251182422334"></a><br /><a name="8554211924309832103"></a>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-22269237905137659892009-09-16T06:33:00.000-07:002009-09-16T06:49:11.021-07:00CHIESE O GARAGE?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij5CK-pkrbo_Q3p-YRUQTFcefq5ihkW8V05ZlmEuMRDNjEeoc5iUs3dgV9XnmesI19rl5kIJ0ng7hcrlA6x9WIXgqLoSp836HkdOQ7QhbzX3y_MtFCyqwmBLIRmzf6Q8M8QwJwaWNe3yI/s1600-h/chiesa_Trissino_est.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5382061256324242482" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 207px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij5CK-pkrbo_Q3p-YRUQTFcefq5ihkW8V05ZlmEuMRDNjEeoc5iUs3dgV9XnmesI19rl5kIJ0ng7hcrlA6x9WIXgqLoSp836HkdOQ7QhbzX3y_MtFCyqwmBLIRmzf6Q8M8QwJwaWNe3yI/s320/chiesa_Trissino_est.jpg" border="0" /></a><br /><div>«Un certo cattivo gusto nelle chiese, oggi è un dato di fatto. Per questo è indispensabile una formazione di tipo estetico a partire dai seminari e dalle parrocchie».</div><br /><br /><div>È quanto ha detto monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia commissione per i beni culturali, illustrando qualche giorno fa ai giornalisti l’incontro del 21 novembre del Papa con gli artisti. Ricordando una frase di padre David Maria Turoldo - il religioso e poeta dell’Ordine dei Servi morto nel 1992 - «oggi le chiese sono come un garage dove Dio viene parcheggiato e i fedeli sono tutti allineati davanti a Lui», Ravasi ha esortato a fare del «linguaggio della comunicazione religiosa un linguaggio estetico».</div><br /><br /><div>Idea condivisa anche da Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, per il quale «le chiese, che nel Medio Evo erano prefigurazione del Paradiso, ricche di colori, oggi sono grigie e spoglie. È urgente riscoprire le cose positive che possono costruire l’estetica di domani».Del resto monsignor Ravasi, è un sacerdote e un intellettuale da sempre interessato al mondo dell’arte e al rapporto tra estetica ed etica. In particolare da quando è stato nominato presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia commissione per i beni culturali, due anni fa, ha sempre cercato di favorire una riflessione sull’arte sacra, invitando al confronto anche il mondo laico. «Perché il dialogo con l'architettura c'è: le chiese moderne vengono costruite effettivamente da grandi architetti a livello internazionale, quali Renzo Piano, Mario Botta, Kenzo Tange, Tadao Ando, Alvaro Siza e altri. Però queste chiese nell'interno o sono spoglie, perché hanno soltanto l'architettura della luce, o hanno immagini di cattivo gusto, oppure hanno la presenza dell'artigianato soltanto, e non invece, come accadeva in passato, grandi opere d'arte». «Pensiamo alle grandi chiese del Cinquecento, dell'arte barocca, che avevano in sé la meraviglia dell'architettura, ma anche la presenza di artisti come Bernini, per esempio, oppure Tiziano, Veronese - aveva spiegato in occasione di una lunga intervista lo scorso anno -. Pensiamo alle grandi chiese veneziane, quali presenze altissime hanno, dal punto di vista della storia dell'arte».Ravasi ha più volte sollecitato i grandi artisti contemporanei - per esempio negli Stati Uniti Bill Viola, Anish Kapoor per l'India, per l'Europa Jannis Kounellis - a impegnarsi in progetti di arte sacra: «Grandi artisti, che ritornino ancora a rappresentare le grandi immagini religiose, creando anche un interesse da parte della committenza stessa, cioè delle autorità ecclesiali, affinché ripropongano ancora le grandi opere nell'interno delle loro chiese».</div><br /><br /><div></div><div>© Copyright Il Giornale, 16 settembre 2009</div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-13957027256839559132009-09-16T06:11:00.000-07:002009-09-16T06:23:17.290-07:00COLLOQUI CON LA FRATERNITA' SAN PIO X<span style="color:#000000;">La S. Sede conferma tempi e nomi dei colloqui con la FSSPX.</span><br />L'inizio dei colloqui è stabilito per la seconda meta di Ottobre.<br /><br />Il mese di Ottobre è affidato alla Madonna del Rosario e ben conosciamo l'impegno assunto dalla FSSPX nella Preghiera...e allora, preghiamo dunque che la Vergine Maria porti l'Unità nella Chiesa affinchè presto possa trionfare maggiormente il suo Cuore Immacolato...noi abbiamo bisogno della FSSPX, ma anche loro hanno bisogno di questa PIENEZZA nella Chiesa.<br /><br /><br />Commento di Caterina63 al post di messa in latinoLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-78213555155261702502009-09-15T06:04:00.000-07:002009-09-15T07:39:44.138-07:00L'Addolorata e la Croce<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4Eb8m666bSBz3ww3_iyJk58evcO4RaXcFS8IRL1Njb7A7Se3qnQxGnYR6YVcKVFXCv7ltyqiOqbFUxzRNu2IYAWhAxXSyWQ5bMX6CkXs408WoqZDvc28RoGCytHHgnV80Oy2cksikEz8/s1600-h/addolorata.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5381703592301831746" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 154px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px; TEXT-ALIGN: center" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4Eb8m666bSBz3ww3_iyJk58evcO4RaXcFS8IRL1Njb7A7Se3qnQxGnYR6YVcKVFXCv7ltyqiOqbFUxzRNu2IYAWhAxXSyWQ5bMX6CkXs408WoqZDvc28RoGCytHHgnV80Oy2cksikEz8/s200/addolorata.jpg" border="0" /></a> "Che gran libro è il Crocifisso! E' maestro di tutte le virtù...Il Crocifisso è il libro più sapiente che tu possa leggere. Se tu conoscessi tutti gli altri libri, ma non conoscessi questo, rimarresti nell'ignoranza.<br /><span style="font-size:85%;">( Padre Francesco Bersini)</span><br /><br /><div><div><br /><div>San Giovanni Crisostomo afferma che chi si fosse trovato allora sul Calvario avrebbe veduto due altari, dove si consumavano due sacrifici: uno nel corpo di Gesù, l'altro nel cuore di Maria.</div><div>San Bonaventura parla addirittura di un solo altare, cioè la croce del Figlio, sulla quale, assieme alla vittima dell'Agnello divino, è sacrificata anche la Madre.</div><br /><br /><div>Preghiera</div><div>O Maria, Vergine addolorata, tu che ti associasti a Gesù sul Calvario, ottienici il dono di poter imparare la pratica della virtù da quel "libro"eccellente che è il Crocifisso, quel libro che anche tu hai scritto con la vita e con quella mirabile partecipazione al sacrificio salvifico del tuo Figlio crocifisso. Amen</div><br /><br /><div>dal libro</div><div>L'imitazione di Maria</div><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><div></div></div></div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-60853426552323144892009-09-07T06:30:00.000-07:002009-09-07T06:34:20.308-07:00PENSIERINon è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensi di una Chiesa più divina, solo allora essa sarà anche veramente umana.<br /><br />Card. RatzingerLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-27617219840157614002009-09-07T05:42:00.000-07:002009-09-07T06:07:23.437-07:00PAPA: DOPO CONCILIO,NELLA CHIESA TROPPE CONCESSIONI IN CAMPO ETICO<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilXft3O1HWapzYet6XoOoAlm4SdW-tKmcmuyF1I29Xqd0e1Zr_EGpmhNsT68k1Q9O5qLAkylT-8-R1jo4O1B2bG1cB02-MhLfT2mFusKzpgO446ShqNW2lw3Cv6y9Ka4un_RsuhMsgGEs/s1600-h/papa+Benedetto+XVI.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5378706012956126546" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 133px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilXft3O1HWapzYet6XoOoAlm4SdW-tKmcmuyF1I29Xqd0e1Zr_EGpmhNsT68k1Q9O5qLAkylT-8-R1jo4O1B2bG1cB02-MhLfT2mFusKzpgO446ShqNW2lw3Cv6y9Ka4un_RsuhMsgGEs/s200/papa+Benedetto+XVI.jpg" border="0" /></a><br /><div>Papa Benedetto XVI ha messo in guardia questa mattina dal rischio di una ''auto-secolarizzazione'' della Chiesa, nata dalla volonta' di aprirsi al mondo dettata dal Concilio Vaticano II ma tradottasi in pratica in una disponibilita' a fare troppe ''concessioni'' al mondo secolarizzato, soprattuto in campo etico. Il pontefice ha lanciato il suo monito parlando ad un gruppo di vescovi brasiliani in Vaticano per la quinquennale udienza 'ad limina'.</div><div>''Nei decenni successivi al Concilio Vaticano II - ha ricordato papa Ratzinger -, qualcuno ha interpretato l'apertura al mondo non come una esigenza dell'ardore missionario del cuore di Cristo, ma come un passaggio verso le secolarizzazione, scorgendo in quest'ultima alcuni valori di grande densita' cristiana come l'uguaglianza, la liberta', la solidarieta', e mostrandosi disponibili a fare concessioni e a scoprire campi di collaborazione.</div><div><span style="color:#000000;">Si e' assistito cosi' ad interventi di alcuni responsabili della Chiesa nei dibattiti etici che corrispondevano alle aspettative dell'opinioni pubblica, ma si tralascio' di parlare di certe verita' fondamentali della fede, come il peccato, la grazie, la vita teologica e le cose ultime''</span>.''Senza accorgersene - ha proseguito nella sua analisi il pontefice -, <span style="color:#ff0000;">si cadde in una auto-secolarizzazione di molte comunita' ecclesiali che, sperando di riuscire gradite ai lontani, videro allontanrsi, traditi e disillusi, molti di quelli che erano vicini''</span>. In Brasile, dopo i decenni segnati dalla Teologia della Liberazione che riconosceva nei movimenti sociali i segni di ''liberazione'' portati dal Vangelo, la Chiesa cattolica ha visto negli ultimi anni diminuire sensibilmente il numero dei propri fedeli a causa della aggressiva concorrenza delle ''sette''. Invece, ha ricordato il papa ai vescovi, ''i nostri contemporanei, quando vengono a stare con noi, vogliono vedere cio' che non vedono da nessun'altra parte, ovvero l'allegria e la speranza che sorgono dal fatto di stare con il Signore risuscitato''. Oggi, ha osservato ancora il pontefice, ''c'e' una nuova generazione nata in questo ambiente ecclesiale secolarizzato che, invece di registrare aperture e consensi, vede allargarsi nella societa' il divario delle differenze e della contrapposizioni al magistero della Chiesa, soprattutto in campo etico''. Ma, ha aggiunto infine, ''in questo deserto di Dio, la nuova generazione sente una grande sete di trascendenza''.</div><div></div><div>agenzia ASCA</div><div>da papa ratzinger blog</div><div></div><div></div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-31331765381182907532009-09-07T05:24:00.000-07:002009-09-07T05:33:30.255-07:00LA PROVVIDENZANon temiamo mai che la santa Messa comporti ritardi nei nostri affari temporali; succede tutto il contrario: stiamo certi che tutto andrà meglio, e che anzi i nostri affari riusciranno meglio che se avessimo la disgrazia di non assistervi. Eccone un esempio ammirevole. Viene riferito di due artigiani, che esercitavano lo stesso mestiere e che dimoravano nel medesimo borgo, che uno di essi, carico di una grande quantità di bambini, non mancava mai di ascoltare ogni giorno la santa Messa e viveva assai agevolmente con il suo mestiere; mentre l'altro, che pure non aveva bambini, lavorava parte della notte e tutto il giorno, e spesso il santo giorno della domenica, e a mala pena riusciva a vivere. Costui, che vedeva gli affari dell'altro riuscirgli così bene, gli chiese, un giorno che lo incontrò, dove poteva prendere di che mantenere così bene una famiglia tanto grande come la sua, mentre lui, che non aveva che sé e sua moglie, e lavorava senza posa, era spesso sprovvisto di ogni cosa.<br /><br />L'altro gli rispose che, se voleva, l'indomani gli avrebbe mostrato da dove gli proveniva tutto il suo guadagno. L'altro, molto contento di una così buona notizia, non vedeva l'ora di arrivare all'indomani che doveva insegnargli a fare la sua fortuna. Infatti, l'altro non mancò di andare a prenderlo. Eccolo che parte di buon animo e lo segue con molta fedeltà. L'altro lo condusse fino alla chiesa, dove ascoltarono la santa Messa. Dopo che furono tornati: " Amico, gli disse colui che stava bene a suo agio, torni pure al suo lavoro". Fece altrettanto L'indomani; ma, essendo andato a prenderlo una terza volta per la stessa cosa: «Come? - gli disse l'altro. Se voglio andare alla Messa, conosco la strada, senza che lei si prenda la pena di venirmi a prendere; non è questo che volevo sapere, bensì il luogo dove trova tutto questo bene che la fa vivere così agiatamente; volevo vedere se, facendo come lei, posso trovarvi il mio tornaconto». - «Amico, gli rispose l'altro, non conosco altro luogo oltre la chiesa, e nessun altro mezzo fuorché l'ascoltare ogni giorno la santa Messa; e quanto a me, le assicuro che non ho adoperato altri mezzi per avere tutto il bene che la stupisce. Ma lei non ha letto ciò che Gesù Cristo ci dice nel Vangelo, di cercare anzitutto il regno dei cieli, e che tutto il resto ci sarà dato in soprappiù?».<br /><br />Forse vi stupisce, fratelli? Me, no. È ciò che vediamo ogni giorno nelle case dove c'è devozione: coloro che vengono spesso alla santa Messa fanno i loro affari molto meglio di quelli ai quali la loro poca fede fa pensare che non ne hanno mai il tempo. Ahimè!, se avessimo riposto tutta la nostra fiducia in Dio, e non contassimo affatto sul nostro lavoro, quanto saremmo più felici di quanto lo siamo!<br /><br />- Ma, mi direte, se non abbiamo niente, non si dà niente.<br /><br />- Cosa volete che vi dia il buon Dio, quando non contate che sul vostro lavoro e per niente su di lui? Visto che non vi concedete neanche il tempo per fare le vostre preghiere al mattino né alla sera, e vi accontentate di venire alla santa Messa una volta alla settimana.<br /><br />Ahimè!, non conoscete le ricchezze della provvidenza del buon Dio per colui che si fida in Lui. Volete una prova evidente? Essa sta dinanzi ai vostri occhi; guardate il vostro pastore e considerate questo. dinanzi al buon Dio.<br /><br />- Oh!, mi direte, è perché a lei viene dato.<br /><br />- Ma chi mi dà se non la provvidenza del buon Dio? Ecco dove sono i miei tesori, e non altrove.<br /><br />Omelia del curato d'Ars per la II domenica dopo PentecosteLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-21027075278450341342009-09-03T07:06:00.000-07:002009-09-03T07:08:37.277-07:00La preghiera«Attraverso la preghiera riusciamo a stare con Dio. Ma chi è con Dio è lontano dal nemico. La preghiera è sostegno e difesa della castità, freno dell’ira, acquietamento e dominio della superbia. La preghiera è custodia della verginità, protezione della fedeltà nel matrimonio, speranza per coloro che vegliano, abbondanza di frutti per gli agricoltori, sicurezza per i naviganti»<br /><br />San Gregorio di NissaLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-51518217059645645052009-09-03T06:07:00.000-07:002009-09-03T06:16:08.818-07:00PENSIERIDopo la S. Comunione, trattenetevi almeno un quarto d'ora a fare il ringraziamento.<br />Sarebbe una grave irriverenza se, dopo pochi minuti aver ricevuto il Corpo-Sangue-Anima-Divinità di Gesù uno uscisse di chiesa o stando al suo posto si mettesse, a ridere, chiacchierare, guardare di qua e di là per la chiesa.<br /><br />San Giovanni BoscoLa discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-37121280201522081492009-09-02T06:26:00.000-07:002009-09-02T06:32:59.651-07:00Il dono del sacerdozio<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP_ilz3W8kOAOCwW3K__p265h8XXjh7pZBum_18X_3m6c3EGFdHHX_I7JjmvRMtO6es4e3tHR3fTF1W4ku-uhPxjV7Sj0PSe78TiNtMA83UmA0LRAowVERrC2W6sFWWJ0xKhn5U1k6H9c/s1600-h/dono_sacerdote.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5376861506480990242" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 131px; CURSOR: hand; HEIGHT: 193px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjP_ilz3W8kOAOCwW3K__p265h8XXjh7pZBum_18X_3m6c3EGFdHHX_I7JjmvRMtO6es4e3tHR3fTF1W4ku-uhPxjV7Sj0PSe78TiNtMA83UmA0LRAowVERrC2W6sFWWJ0xKhn5U1k6H9c/s200/dono_sacerdote.gif" border="0" /></a><br /><div>Molto tempo fa, così come recitano le Scritture, Nostro Signore disse: la messe è tanta e gli operai sono pochi. Pregate il padrone della messe perché mandi più operai. E’ passato ormai tanto tempo, ma la situazione rimane la stessa o anche peggiore, giacchè dai mezzi di comunicazione ci rendiamo conto che oggi la carenza di sacerdoti è urgente. Sarebbe opportuno riflettere su che cosa ho fatto io concretamente per fare mandare più operai nella messe del Signore. Se è certamente vero che la prima azione da fare è la preghiera,domandiamoci: io ho pregato semplicemente per avere più sacerdoti o perché anche da casa mia escano sacerdoti?I sacerdoti sono persone normali che vengono fuori da altrettanto normali case e famiglie cristiane. Se noi non indichiamo ai bambini sin da quanto sono in tenera età che il sacerdozio ministeriale è una magnifica missione al servizio di Dio, ...</div><br /><div><br />... sarà certamente molto più complicato che i giovani sentano successivamente il richiamo di Dio. Preghiamo dunque per avere più sacerdoti e specialmente sacerdoti buoni e santi.<br /></div><br /><div>Padre Ernesto Maria Caro</div><br /><div></div><br /><div>fonte PONTIFEX</div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-37593056522336903642009-09-02T05:40:00.000-07:002009-09-02T05:56:05.099-07:00La serietà della liturgia<a name="5562951118526347088"></a><br /><a href="http://www.rinascimentosacro.com/2009/09/castillon-hoyos-la-liturgia-e-una-cosa.html">Castillon Hoyos: la liturgia è una cosa seria...</a><br />di Bruno Volpe<br /><br />Da poco si è conclusa a Barletta la sessantesima settimana liturgica dal titolo Celebriamo la misericordia di Dio, dedicata prevalentemente al sacramento della Penitenza. Inutile dire che il dibattito ha centrato anche la liturgia in genere.Ne abbiamo discusso con il Cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, Presidente Emerito della Pontificia Commissione Ecclesia Dei,autentico gentiluomo ed esperto di liturgia.<br /><br /><span style="color:#ff6666;">Eminenza, nel corso del dibattito di Barletta, è emerso un dato per altro già conosciuto. Ovvero,la confessione sacramentale vive un periodo di scarsa fortuna, a che cosa si deve?</span><br /><br />“ la verità è che oggi è spesso sparito o comunque si è attenuato fortemente, il senso del peccato. La gente non sa riconoscere o non vuole, i peccati veniali da quelli mortali, non ha questo criterio e talvolta se ne costruisce di suoi. Questo,per altro lato, svilisce il senso di colpa e ... il rispetto della Legge di Dio, ovvero dei Comandamenti”.<br /><br /> <span style="color:#ff6666;">Solo responsabilità dei fedeli?</span><br /><br />“ nella maggior parte dei casi direi di sì, ma è triste e penoso riconoscere che qualche volta le responsabilità stanno anche tra i sacerdoti, che denotano una scarsa disponibilità al sacrificio e alcune volte rappresentano le condotte peccaminose in modo soft, dunque facendo quasi credere che certe cose siano naturali o normali”.<br /><br /> <span style="color:#ff6666;">Passiamo ad aspetti tipicamente liturgici, visto e considerato che abbiamo parlato di sacerdoti. Molte volte si parla della Santa Messa come di festa o banchetto,condivide?</span><br /><br />“ dunque, la messa è anche una festa, ma non nel senso pagano in cui si crede. Viene prima,ma molto prima, il concetto di sacrificio incruento di Cristo e una volta compreso che la Messa è sacrificio,dono e mistero, si può parlare di festa. Ma limitarsi alla festa è quasi un aspetto protestante,superficiale”.<br /><br /> <span style="color:#ff6666;">Secondo alcuni autori e liturgisti sarebbe venuto meno il senso del sacro...</span><br /><br />“ vero e condivido, è venuto meno il senso del sacro. Nel senso di rispetto di adorazione, silenzio, venerazione. Ecco, perché la Messa deve recuperare al più preso questo aspetto di sacralità”.<br /><br /> <span style="color:#ff6666;">In alcune chiese,specie di stile moderno, il Tabernacolo è finito in seconda posizione, quasi in un cantuccio,come se il padrone di casa desse fastidio...</span><br /><br />“ su questo punto io andrei cauto. Credo certamente che la posizione più corretta del Tabernacolo,proprio per favorire l’adorazione, sia centrale, ovvero collocato nell’altare principale. Questo va benissimo in Chiese piccole e specialmente di modesti centri. Il discorso si fa un poco diverso quando pensiamo a cattedrali grandi o città di arte dove le chiese vengono visitate più per motivi turistici che di fede e anche da non cattolici,penso a San Pietro a Roma. In quei casi mettere il Santissimo in una cappella laterale non è male, a condizione che quella cappella sia un luogo consono e degno a quello che ospita”.<br /><br /><span style="color:#ff6666;">Veniamo agli abusi liturgici durante le messe...</span><br /><br />“ si potrebbe fare un campionario,ma io qui non voglio polemizzare e tanto meno stilare paragoni. Mi limito a dire che nessuno è padrone della santa liturgia della Chiesa e ci sono due cose che fanno male al senso del sacro, cioè le invenzioni teologicamente campate in aria di alcuni preti e le arbitrarie modifiche ai testi. Si mettano in testa che nessuno è padrone della liturgia,neppure il sacerdote. Spiacevolmente oggi alcuni sacerdoti,per mania di protagonismo, rassomigliano a mediocri intrattenitori televisivi”.<br /><br /> <span style="color:#ff6666;">Che cosa pensa delle celebrazione verso oriente?</span><br /><span style="color:#ff6666;"><br /></span>“ lo ripeto,non voglio fare polemiche. Ma io la penso come il Papa su questo punto. Il sacerdote è mediatore tra i fedeli e Cristo, non è protagonista,ma attua nella persona di Cristo e a lui umilmente si rivolge alzando le mani. Dunque se si rivolge a Cristo,la posizione più logica e naturale e direi teologicamente corretta, è verso Oriente non per un motivo geografico,ma perché oriente rappresenta il Sole, ovvero Cristo. Questo per alcune parti della liturgia come per le preghiere. Mentre le letture e la relativa spiegazione non hanno alcuna necessità di collocazione ad oriente e possono benissimo essere fatte di volto ai fedeli”.<br /><br />Fonte Pontifex<br />dal sito Rinascimento sacro<br /><a title="Post per email" href="http://www.blogger.com/email-post.g?blogID=7950944274091569805&postID=5562951118526347088"></a><a title="Modifica post" href="http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=7950944274091569805&postID=5562951118526347088"></a><br /><a name="comments"></a><br /><a href="http://feeds.feedburner.com/~r/RinascimentoSacro/~6/1"></a><br /><a class="quickedit" title="Modifica" onclick="'return" href="http://www.blogger.com/rearrange?blogID=7950944274091569805&widgetType=HTML&widgetId=HTML12&action=editWidget" target="configHTML12"></a><br /><br /><a class="quickedit" title="Modifica" onclick="'return" href="http://www.blogger.com/rearrange?blogID=7950944274091569805&widgetType=HTML&widgetId=HTML6&action=editWidget" target="configHTML6"></a>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-6152421991065448602009-09-01T10:58:00.000-07:002009-09-01T11:06:18.405-07:00VANGELO DELLA DOMENICAdomenica 30 agosto 2009<br /><a name="4931507865331555888"></a><br /><a href="http://querculanus.blogspot.com/2009/08/trascurando-il-comandamento-di-dio-voi.html">XXII domenica "per annum"</a><br />«Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini>>.<br /><br />Per noi cattolici, la tradizione è un elemento fondamentale: è lo strumento attraverso cui giunge a noi la rivelazione divina. Siccome tale rivelazione è stata affidata agli apostoli, e da questi trasmessa ai loro successori fino a noi, la chiamiamo “tradizione apostolica”. La Chiesa cattolica vive di tale tradizione: è radicata in essa e da essa trae la sua linfa vitale. Interrompere la tradizione significherebbe per la Chiesa firmare la propria condanna. Abbiamo sotto gli occhi la situazione di quelle comunità ecclesiali che, nei secoli passati, avevano iniziato un nuovo corso, pensando di poter stabilire con Dio un rapporto di tipo diverso — personale, spirituale, immediato — che prescindesse totalmente dalla tradizione della Chiesa. È lo stesso destino che attende quei gruppi e quelle comunità, all’interno della Chiesa cattolica, che hanno considerato il Concilio Vaticano II come un nuovo inizio, come una rifondazione della Chiesa, che ignorava completamente venti secoli di storia.<br /><br />Eppure Gesú, col vangelo odierno, ci mette in guardia dai pericoli che possono nascondersi anche dietro un formale rispetto della tradizione. I farisei erano attaccatissimi alla tradizione, tanto da scandalizzarsi dei discepoli di Gesú, che, secondo loro, non la rispettavano (non si lavavano le mani prima di mangiare!): «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi?». La risposta di Gesú è durissima: «Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».<br /><br />Tale risposta ci ricorda una grande verità: da una parte c’è il “comandamento di Dio” (piú in generale, potremmo dire: la “divina rivelazione”), dall’altra c’è la “tradizione degli uomini”. Tra queste due realtà esiste una profonda differenza: la prima è una realtà divina; la seconda, meramente umana. Non che, per questo, la tradizione non abbia alcun valore, sia inutile e da rigettare; ma il suo è un valore unicamente strumentale: la tradizione è, come abbiamo ricordato, il mezzo attraverso cui la rivelazione giunge a noi. Essa non può essere assolutizzata; essa non è fine a sé stessa; per sua natura, essa rinvia al “comandamento di Dio”. Nel momento in cui essa si chiude in sé stessa, si distacca dalla fonte che l’ha generata e pretende di essere punto di riferimento ultimo, essa perde tutto il suo valore e può essere tranquillamente abbandonata; diventa, semplicemente, “tradizione degli uomini”.<br /><br />scritto da Querculanus<br />dal blog senza peli sulla lingua <a title="Modifica post" href="http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=935553083273932780&postID=4931507865331555888"></a><br /><br /><a name="comments"></a>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-71964807043954145492009-08-27T05:28:00.000-07:002009-08-27T05:33:49.601-07:00PENSIERIL' eucarestia supera tutti i miracoli per il suo oggetto, tutti li domina per la sua durata.<br /><span style="font-size:85%;"></span><br /><span style="font-size:85%;">Giuliano Eymard</span>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-47541003840701770002009-08-24T05:59:00.000-07:002009-08-24T06:14:48.627-07:00CONTRO LA CHIESA<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq_6VIqIkXgDBSRO7Eq9f7g0PvrIUl4wQowO0UKe7ykDoj4vzIcd9Mi-jTEP9qizrkS5sY132fFBhJeRnTkzvhNPox4JuuEujPh02VPxcYfqtAGCSR_GWQXaG2pxC1lZDdtlJ5k6RhtKQ/s1600-h/1923.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5373516477849208738" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 129px; CURSOR: hand; HEIGHT: 200px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq_6VIqIkXgDBSRO7Eq9f7g0PvrIUl4wQowO0UKe7ykDoj4vzIcd9Mi-jTEP9qizrkS5sY132fFBhJeRnTkzvhNPox4JuuEujPh02VPxcYfqtAGCSR_GWQXaG2pxC1lZDdtlJ5k6RhtKQ/s200/1923.jpg" border="0" /></a><br /><div>Michael Hesemann, "Contro la Chiesa. Miti, leggende nere e bugie", San Paolo 2009, pp. 376, Euro 28, EAN 9788821563836<br />Sconto su <a href="http://www.theseuslibri.it/">http://www.theseuslibri.it/</a><br /><br />Michael Hesemann è l’autore, tedesco, di Titulus Crucis (2000) e Testimoni del Golgota (2003), editi dalla San Paolo.</div><br /><div>Ora è uscito con un libro altrettanto straordinario nonché politicamente scorretto:<br />Contro la Chiesa. Miti, leggende nere e bugie<br /></div><div>Indice: </div><br /><div>a) La leggenda nera;</div><br /><div>1) Nessun sepolcro vuoto?;</div><br /><div>2) Giuda Iscariota; </div><br /><div>3) Maria Maddalena;</div><br /><div>4) Qumran; </div><br /><div>5) Le lettere di Gesù;</div><br /><div>6) Figlio di Dio?;</div><br /><div>7) Il primo papa;<br /></div><div> </div><div>8) Lo scisma;</div><br /><div>9) La papessa Giovanna; </div><br /><div>10) Le crociate; </div><br /><div>11) I catari;</div><br /><div>12) Il Santo Graal;</div><br /><div>13) I templari;</div><br /><div>14) L’Inquisizione;</div><br /><div>15) La caccia alle streghe;</div><br /><div>16) Giordano Bruno;</div><br /><div>17) Galileo Galilei; </div><br /><div>18) Infallibile?; </div><br /><div>19) Il papa di Hitler?;</div><br /><div>20) In nome di Dio?;</div><br /><div>b) Mea culpa?.<br /><br />_____<br />Hesemann: «Chiesa, troppe leggende nere»<br />da Avvenire (18/07/2009)<br /><br />L’imbarazzo è solo nella scelta, ora che l’anti-cattolicesimo è diventato à la page con i successi di Dan Brown e l’anti-clericalismo ha assunto toni colti con i tomi di Corrado Augias. Ma per Michael Hesemann, storico tedesco, è ora di rilanciare la palla nel campo delle critiche prevenute alla Chiesa e smascherare l’anti­cattolicesimo, «l’antisemitismo degli intellettuali». Hesemann, già autore di un saggio sull’iscrizione della croce di Cristo, Titulus Crucis, che fece discutere gli esperti, torna ora in libreria con Contro la Chiesa - Miti, leggende nere e bugie (San Paolo, pp. 374, 28€). Qui lo studioso di Düsseldorf sviscera le “leggende nere” sul conto dei cattolici lungo gli ultimi due millenni di storia.<br /><br />Le “stragi” delle Crociate, le “violenze” dell’Inquisizione, la “caccia alle streghe”, Pio XII come “il Papa di Hitler”. Qual è, tra queste, l’accusa più inverosimile rivolta alla Chiesa?<br /><br />La “leggenda nera” che ancora causa un danno considerevole è la pretesa che Pio XII fosse “il Papa rimasto silenzioso durante l’Olocausto” oppure “il Papa di Hitler”. Non si può immaginare una peggior distorsione della verità. Prima di diventare Pio XII, Eugenio Pacelli fu nunzio vaticano a Monaco e Berlino, fu testimone dell’ascesa al potere di Hitler. Come Segretario di Stato della Santa Sede portò avanti i negoziati per il Concordato con i nazisti nel 1933. Quest’uomo ­diventato papa nel 1939 - conosceva Hitler e i nazisti, ne era disgustato fin dall’inizio. Egli definì il nazismo “la più grande eresia del nostro tempo” e bollò Hitler come “una persona fondamentalmente cattiva”.<br /><br />Si può parlare di Pio XII come amico del popolo ebraico?<br /><br />Da sempre fu a favore degli ebrei. A scuola aveva un amico ebreo e si univa alla sua famiglia per lo Shabbat. Appoggiò il leader sionista Nahum Sokolov e mostrò simpatia per il sionismo quando la maggior parte degli esponenti vaticani erano scettici su questo. Da nunzio in Germania aveva aiutato gli ebrei già durante la prima guerra mondiale. Quando, divenuto Pio XII, apprese l’uccisione degli ebrei da parte dei nazisti, “gridò come un bambino e pregò come un santo”, come disse un prete che lo informò dei fatti. Cercò di fare ogni cosa umanamente possibile per salvare quanti più ebrei. Secondo il diplomatico e storico israeliano Pinchas Lapide, fu capace di aiutare 850 mila ebrei a sfuggire al genocidio nazista. Quando il Vaticano era a corto di soldi, prese in considerazione l’idea di vendere i migliori capolavori di Raffaello per aiutare i rifugiati ebrei. Dopo la guerra quasi ogni organizzazione ebraica e molti politici israeliani lo ringraziarono per quanto fatto. Ma un commediografo tedesco (Rolf Hochhuth, ndr) costruì un’opera terribile (Il Vicario, ndr) e così l’immagine pubblica di Pio XII cambiò completamente. Il Papa che aveva sfidato Hitler divenne improvvisamente il “Papa amico di Hitler”.<br /><br />In Italia ci sono libri - come quelli di Augias - che vogliono distruggere la verità storica del cristianesimo. Come devono rispondere i cristiani a questi attacchi?<br /><br />Augias è un esempio perfetto di autore scandalistico. Certo, è facile ignorarlo, ma è la strategia sbagliata, dal momento che i lettori di quei testi potrebbero credere che abbiamo qualcosa da nascondere. Invece credo in una prassi dell’apertura. La peggior bugia sulla Chiesa primitiva e la sua tradizione è affermare che i Vangeli sono stati manipolati. Niente può essere più lontano dalla verità. Ogni volta che un nuovo frammento di una copia originaria del II o del III terzo dei quattro Vangeli canonici è stata rinvenuta, gli esperti sono rimasti stupiti dal fatto che vi hanno trovato meno variazioni rispetto al testo già conosciuto. I Vangeli sono i testi dell’antichità meglio conservati: nessun autore antico ha una tradizione migliore. La maggior parte dei lavori dei classici greci e romani, scrittori, storici o filosofi, sono conservati in traduzioni arabe dei primi secoli del Medioevo o in copie conservate nei monasteri medievali, scritti forse un migliaio di anni dopo. Nel caso dei Vangeli, meno di un secolo separar i loro autori dai manoscritti più antichi.<br /><br />Lo studioso Philip Jenkins (anglicano) ha definito l’anti-cattolicesimo “l’ultimo pregiudizio accettabile”. Come mai persistono tante critiche contro la Chiesa?<br /><br />“L’anti-cattolicesimo è l’antisemitismo degli intellettuali”, scrisse lo scrittore americano Peter Viereck nel 1950: è ancora vero. Questo è il solo pregiudizio non solo tollerato ma anche praticato su ampia scala nei media. Attacca la Chiesa e scrivi un best-seller: questa è la formula di autori come Dan Brown, David Yallop, Donna Cross o John Cornwell. Molti vogliono vedere la caduta della Chiesa: la sua esistenza è una provocazione al mondo moderno. Essa non sembra idonea in una società edonistica, basata sull’egoismo, sul sesso e sul consumismo. È come una roccia, insegna valori eterni in contrasto con il trend libertino del “tutto è lecito”. Essa tramanda una cultura della vita e della responsabilità in contrasto con quella che propugna la morte e il profitto. Benedetto XVI ha ragione quando indica nel relativismo la sfida più grande per la Chiesa nel III millennio. Esso è il credo della società del divertimento senza scopo.</div>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-24816191523963092692009-08-21T05:46:00.000-07:002009-08-21T06:31:04.807-07:00BELLEZZA DELLA DEVOZIONE<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_7McmOunQM1HmrgPSSTgMlCB3hyDZrdFqMOIX0vzOt9AfeDYmJIe75612JS9auQwjW7YXBX-jAfgvCQ6NdrquzNxdcQP3RcW9L-dnXpNtFJ8zEOuFdg_xuPvCMaA6pHj5y1R9vwI0RDM/s1600-h/Maria.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5372407227639233426" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 150px; CURSOR: hand; HEIGHT: 249px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_7McmOunQM1HmrgPSSTgMlCB3hyDZrdFqMOIX0vzOt9AfeDYmJIe75612JS9auQwjW7YXBX-jAfgvCQ6NdrquzNxdcQP3RcW9L-dnXpNtFJ8zEOuFdg_xuPvCMaA6pHj5y1R9vwI0RDM/s320/Maria.jpg" border="0" /></a><br /><br />Per scoraggiare gli israeliti dall'entrare nella terra promessa, molti dicevano che era un paese che divorava gli abitanti, perchè l'aria era talmente pestilenziale che nessuno vi poteva vivere a lungo; per di più era abitata da mostri che divoravano uomini come locuste. Allo stesso modo, mia cara Filotea, la gente comune dice male della devozione e dipinge le persone devote immusonite, tristi, imbronciate, e insinua che la devozione rende malinconici e insopportabili. Ma sull'esempio di Giosuè e di Caleb, i quali sostenevano che la terra promessa era fertile e bella, il suo possesso utile e piacevole, lo Spirito Santo, per bocca di tutti i Santi, e nostro Signore con la sua Parola, ci assicurano che la vita devota è dolce, facile e piacevole.<br /><br /><br />La gente vede che i devoti digiunano, pregano, sopportano le ingiurie, servono gli infermi, assistono i poveri, fanno veglie, controllano la collera, dominano le passioni, fanno a meno dei piaceri dei sensi e compiono altre azioni simili a queste, di per sé e per loro natura aspre e rigorose; ma non riesce la devozione interiore e cordiale che trasforma queste azioni in piacevoli, dolci e facili.<br /><br /><br />Lo zucchero rende dolci i frutti un pò acerbi ed elimina ciò che è nocivo in quelli troppo maturi; la devozione è il vero zucchero spirituale, che toglie amarezza alle mortificazionie ed elimina ciò che può esserci di dannoso nelle consolazioni: toglie la collera ai poveri e l'ansia ai ricchi; la desolazione a chi è oppresso e l'insolenza ai fortunati; la tristezza a chi è solo e la distrazione a chi è in compagnia.<br />Essa è come il fuoco in inverno e la rugiada in estate; sa affrontare e soffrire la povertà; trova ugualmente utile l'onore e il disprezzo; riceve il piacere e il dolore in maniera quasi sempre uguale, e ci colma di una meravigliosa soavità.<br /><br /><br /><em>Dal libro FILOTEA introduzione alla vita devota </em><br /><em>Di San Francesco di Sales</em>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-4868967678537580231.post-5656622451345195402009-08-18T05:44:00.000-07:002009-08-18T05:53:47.550-07:00PENSIERILa guida sicura per tutti è solo Gesù, il quale ha detto: <<<span style="font-family:Times New Roman;"> </span><span style="font-family:verdana;">Io sono la via, la verità e la vita >>.</span><br /><span style="font-family:Verdana;">Padre Pio</span>La discepolahttp://www.blogger.com/profile/10931718709215610578noreply@blogger.com