venerdì 21 agosto 2009

BELLEZZA DELLA DEVOZIONE



Per scoraggiare gli israeliti dall'entrare nella terra promessa, molti dicevano che era un paese che divorava gli abitanti, perchè l'aria era talmente pestilenziale che nessuno vi poteva vivere a lungo; per di più era abitata da mostri che divoravano uomini come locuste. Allo stesso modo, mia cara Filotea, la gente comune dice male della devozione e dipinge le persone devote immusonite, tristi, imbronciate, e insinua che la devozione rende malinconici e insopportabili. Ma sull'esempio di Giosuè e di Caleb, i quali sostenevano che la terra promessa era fertile e bella, il suo possesso utile e piacevole, lo Spirito Santo, per bocca di tutti i Santi, e nostro Signore con la sua Parola, ci assicurano che la vita devota è dolce, facile e piacevole.


La gente vede che i devoti digiunano, pregano, sopportano le ingiurie, servono gli infermi, assistono i poveri, fanno veglie, controllano la collera, dominano le passioni, fanno a meno dei piaceri dei sensi e compiono altre azioni simili a queste, di per sé e per loro natura aspre e rigorose; ma non riesce la devozione interiore e cordiale che trasforma queste azioni in piacevoli, dolci e facili.


Lo zucchero rende dolci i frutti un pò acerbi ed elimina ciò che è nocivo in quelli troppo maturi; la devozione è il vero zucchero spirituale, che toglie amarezza alle mortificazionie ed elimina ciò che può esserci di dannoso nelle consolazioni: toglie la collera ai poveri e l'ansia ai ricchi; la desolazione a chi è oppresso e l'insolenza ai fortunati; la tristezza a chi è solo e la distrazione a chi è in compagnia.
Essa è come il fuoco in inverno e la rugiada in estate; sa affrontare e soffrire la povertà; trova ugualmente utile l'onore e il disprezzo; riceve il piacere e il dolore in maniera quasi sempre uguale, e ci colma di una meravigliosa soavità.


Dal libro FILOTEA introduzione alla vita devota
Di San Francesco di Sales